Cari genitori, siete sicuri al 100% che vietare a vostro figlio di aprire un account social sia la scelta migliore? E se loro decidessero comunque di iscriversi? In fondo, basta un indirizzo e-mail e voi non saprete mai nulla…
I social sono il nuovo cortile dove crescono i nostri figli. Ma cosa succede se cerchiamo di tenerli lontani a tutti i costi? Questo articolo ti mostra cosa può accadere quando si vieta senza accompagnare.

Il dilemma dei genitori digitali
Vietare o accompagnare? Quando si parla di social network e adolescenti, molti genitori scelgono la strada del divieto. Ma oggi, quel divieto rischia di essere una porta chiusa in faccia… che loro apriranno comunque. Solo, lo faranno da soli.
Instagram, TikTok, Snapchat. Tuo figlio può crearsi un account in meno di due minuti, usando un’e-mail qualsiasi e magari un nome falso. E tu? Potresti non accorgertene mai. Neanche se vivi sotto lo stesso tetto.
Ecco perché ignorare il problema o liquidarlo con un “non è ancora il momento” può essere più pericoloso che affrontarlo a viso aperto.
Il lato nascosto dei “profili spam”
Forse ne hai già sentito parlare. I “profili spam” non sono profili usati per fare spam, ma account paralleli che i ragazzi aprono per sfuggire al controllo degli adulti. Ne esistono di due tipi:
- Alt account: profilo alternativo al principale, spesso con nickname criptici, dove si sentono liberi di essere sé stessi o parlare con pochi amici selezionati.
- Finsta (fake Instagram): un account creato per pubblicare contenuti più intimi, ironici, a volte provocatori, lontani dagli occhi dei genitori o degli insegnanti.
Non stiamo parlando di attività criminali o di cyberbullismo (anche se può succedere), ma di una zona grigia dove il ragazzo si sente più “vero”. Per questo è fondamentale non farsi trovare impreparati.
Cosa fanno Instagram e TikTok per proteggere gli adolescenti?
Meta ha introdotto diverse funzionalità per garantire un’esperienza sicura agli adolescenti su Instagram:
- Account privati per default: per chi ha meno di 16 anni, gli account sono impostati come privati per limitare la visibilità dei contenuti.
- Limitazioni sui messaggi diretti (DM): gli adulti non possono inviare messaggi ai minori se non sono seguiti da loro, riducendo il rischio di contatti indesiderati.
- Strumenti per i genitori: Meta offre il “Centro Famiglia” dove i genitori possono monitorare l’attività dei figli, impostare limiti di tempo e ricevere notifiche su nuove connessioni o modifiche alle impostazioni di privacy.
TikTok ha implementato il “Family Pairing” per offrire ai genitori maggiore controllo sull’esperienza dei loro figli:
- Impostazioni di tempo: i genitori possono stabilire limiti di tempo personalizzati per l’uso dell’app, ad esempio limitando l’accesso a 30 minuti durante la settimana e concedendo più tempo nel fine settimana.
- Contenuti appropriati: è possibile attivare la modalità “Restricted Mode” per limitare l’esposizione a contenuti inappropriati.
- Gestione dei follower: i genitori possono monitorare chi i loro figli seguono e chi li segue, garantendo un controllo maggiore sulle interazioni.
- Orari di utilizzo: è possibile programmare periodi specifici durante i quali l’accesso all’app è vietato, come durante i pasti o le ore notturne.
- Promemoria per il benessere: TikTok invia notifiche per ricordare ai giovani utenti di fare pause e promuovere un uso equilibrato dell’app.
Eppure, tutte queste misure hanno senso solo se c’è dialogo tra genitori e figli. Se il genitore è fuori dal gioco, lo sarà anche da ogni strumento di protezione.

Cosa può fare davvero un genitore?
Lasciare carta bianca non è la soluzione. Ma nemmeno trasformarsi in detective. L’obiettivo? Costruire un patto digitale.
Ecco alcuni spunti concreti per iniziare:
Parlane prima che lo faccia lui
Non aspettare che tuo figlio venga a chiedertelo (spoiler: potrebbe non succedere mai). Inizia tu la conversazione. Chiedi: “Hai mai pensato di aprire un profilo social?” senza giudicare.
Stabilisci regole chiare e condivise
Puoi proporre di aprire l’account insieme, impostare un limite di tempo giornaliero, controllare insieme le richieste di follow, scegliere chi può vedere i contenuti.
Imposta gli strumenti di supervisione
Instagram oggi consente di collegare l’account del figlio a quello del genitore per monitorare il tempo trascorso online, visualizzare i follower e persino ricevere notifiche sulle impostazioni della privacy. Attivalo subito, ma sempre con il suo consenso.
Renditi presente, non invadente
Non serve leggere ogni messaggio o commento. Serve invece far sentire che ci sei. Che se qualcosa va storto, tuo figlio può parlartene.
Informati e resta aggiornato
Il mondo digitale cambia alla velocità della luce. Quello che oggi è vietato, domani può essere una nuova funzione. Leggi, chiedi, confrontati. Sii un genitore digitale, non solo analogico.
Perché dire “no” non basta più
Vietare a tuo figlio l’accesso ai social senza spiegazioni, senza alternative, senza ascolto… è come vietargli di uscire di casa e pretendere che non esca mai.
Nel frattempo, i suoi amici saranno online. Le conversazioni si sposteranno lì. E lui si sentirà tagliato fuori, o peggio: costretto a nascondersi da te.
Accompagnarlo nel mondo digitale, invece, significa:
- Educarlo a distinguere i contenuti tossici da quelli autentici.
- Aiutarlo a gestire i commenti, la pressione da like, il confronto continuo.
- Farlo sentire al sicuro, anche quando sbaglia.

Conclusione
Meglio alleato che controllore! Essere un genitore digitale non significa diventare esperto di algoritmi. Significa restare un punto di riferimento anche quando tuo figlio si affaccia al mondo online.
Scegli la strada del dialogo, della guida, dell’esempio. Non quella del muro.
Perché, se non ci sei tu, ci sarà qualcun altro. E in quel caso, non saprai mai chi.